La Baha’i International Community ha notato con preoccupazione che una nuova relazione di Amnesty International evidenzia crescenti misure restrittive contro i dissidenti in Iran.
Il documento, intitolato «“Abbiamo l’ordine di reprimervi”: l’aumento della repressione dei dissidenti in Iran», cita una recente ondata di arresti di avvocati, studenti, giornalisti, attivisti politici, produttori cinematografici e minoranze etniche e religiose.
La relazione descrive ampie restrizioni sulla libertà di espressione, associazione e assemblea, nonché torture, altri maltrattamenti e disagi durante la detenzione.
Esprime particolare preoccupazione per l’alto numero di esecuzioni capitali pubbliche, che nel 2011 sono state circa quattro volte di più rispetto all’anno precedente, e per le continue esecuzioni di imputati in età minore, cosa rigorosamente proibita dalla legge internazionale.
Le autorità iraniane inoltre vedono internet e i social media come una grande minaccia, ha detto Ann Harrison, vice direttrice ad interim del programma di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa. «Cose come organizzare un gruppo sociale su internet, formare una ONG o aderirvi, o esprimere opposizione allo status quo possono farvi finire in carcere», ha detto.
Il documento riferisce un aumento del numero e della durezza degli attacchi contro i baha’i, attacchi come arresti, incendi dolosi e pubblicazioni di articoli denigratori sulla stampa.
«I non musulmani, soprattutto la comunità baha’i, sono stati sempre più demonizzati dai funzionari iraniani e dai mezzi di comunicazione di stato», dice la relazione. «Nel 2011, sembra che i ripetuti appelli del Leader supremo e di altre autorità di combattere i “falsi credi”, che sarebbero il Cristianesimo evangelico, il Baha’ismo e il Sufismo, abbiano comportato un aumento delle persecuzioni religiose».
Molto soddisfatta della relazione, Diane Ala’i, rappresentante della Baha’i International Community presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha detto: «Essa conferma cose che i baha’i iraniani sanno da anni. Oggi in Iran chiunque si trovi al di fuori dell’angusto concetto governativo di ciò che è socialmente o politicamente accettabile è ufficialmente un paria e ne subisce gravi conseguenze».
Per leggere l’articolo in inglese online e vedere le foto, si vada a http://news.bahai.org/story/893
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