4 de abr. de 2012

Bahá'í - Una fede comune per l’Umanità: siamo tutti foglie dello stesso albero

(di Gian Paolo Soddu) Dio è uno, l’umanità è una, la religione è una. Una riflessione sul tema dell’unità non può tralasciare un aspetto decisivo per la convivenza dei popoli : il rapporto tra diverse tradizioni religiose . Per la maggior parte dell’umanità, sin dall’inizio della storia, la visione della vita basata su valori spirituali è stata intimamente associata all’esperienza religiosa. I profondi valori promulgati dalle maggiori religioni hanno aiutato sempre più la crescita della civiltà, a partire dal tempo in cui i profeti biblici hanno portato un sistema di valori morali, fino ai tempi moderni in cui l’ispirazione religiosa ha largamente determinato l’abolizione della schiavitù e dato un grande impulso al movimento dei diritti umani. Un concetto innovativo e caratterizzante della visione bahà’ì, è il rifiuto dell’idea di esclusività della Rivelazione divina, qualsiasi essa sia.

Bahá'u´lláh insegna che tutte le religioni del passato sono stadi di un unico grandioso processo di educazione dell’umanità, un susseguirsi ininterrotto di rivelazioni progressive. Egli spiega che un’Essenza trascendente (che chiamiamo Dio) interagisce costantemente con l’evolversi del creato, suscitando tra gli uomini l’apparizione di “Figure profetiche che manifestano gli attributi di una divinità inaccessibile”. Asserisce inoltre che la conoscenza di queste Figure deve essere intesa come “conoscenza di Dio”. Così ci istruisce: «. . . L’Essenza di Dio è inconoscibile per lo spirito umano, poiché la comprensione finita non può avere alcun rapporto con questo Mistero infinito ... E siccome non può esservi nessun legame di diretta comunicazione per unire l’unico vero Iddio alla Sua Creazione. . . Egli ha comandato che in ogni epoca ed in ogni dispensazione, un’Anima pura e senza macchia si manifesti nei regni della terra e del cielo”.  

Circa la relazione tra le diverse Manifestazioni di Dio, Baha’u’llah afferma:

“E’ chiaro ed evidente che tutti i Profeti sono Templi della Causa di Dio apparsi in differenti vesti.”…. “.. Badate, o credenti nell’Unità di Dio, di non essere tentati di fare differenze fra le Manifestazioni della Sua Causa o di discriminare i segni che hanno accompagnato e proclamato la loro Rivelazione. Questo è indubbiamente il vero significato dell’Unità divina, se siete di coloro che comprendono e credono in questa verità.” “… Se una delle Manifestazioni universali di Dio dichiarasse: «Sono Dio», direbbe esattamente la verità senza dare adito a dubbi. … E se una di esse proferisse questa dichiarazione: «Sono il Messaggero di Dio», direbbe la verità senz’alcun dubbio. …

E se tutte affermassero: «Sono il suggello dei Profeti», affermerebbero il vero, senza la minima ombra di dubbio. Poiché sono una sola persona, una sola anima, un solo spirito, un solo essere, una sola rivelazione. Sono tutte Manifestazioni del «Principio»e della «Fine», del «Primo» e dell’«Ultimo», del «Visibile» e del «Celato», di tutto ciò che concerne Colui Che è l’intimo Spirito degli Spiriti e l’eterna Essenza delle Essenze. … E se dicessero: «Siamo servi di Dio», anche questo è un fatto evidente e indiscutibile. Poiché si sono manifestate nello stato della più perfetta servitù, una servitù che nessuno potrà mai eguagliare. “ Ed in merito alla differenza tra le loro Rivelazioni: “…. ogni Manifestazione di Dio ha una differente individualità, una Missione definitivamente assegnata, una Rivelazione predestinata e limitazioni particolarmente fissate. Ognuna di esse è conosciuta con un nome differente, è caratterizzata da un attributo speciale, compie una missione definita e le è affidata una particolare Rivelazione.

A causa di questa differenza di stadio e missione le parole e le affermazioni che scaturiscono da queste Sorgenti di sapienza divina sembrano contraddirsi e differire. Ma agli occhi di coloro che sono iniziati ai misteri della saggezza divina, tutti i loro discorsi non sono, in realtà, che espressione di un’unica Verità”. Per Baha’u’llah esiste quindi una sola religione, ispirata di epoca in epoca da un’unica Essenza Trascendente attraverso la rivelazione progressiva dei Suoi messaggeri, conformemente alle condizioni ed esigenze di ogni tempo. La verità religiosa non è quindi assoluta, ma relativa ed essa è rivelata in misura sempre maggiore grazie agli insegnamenti di Grandi Maestri spirituali; perciò le diverse religioni del mondo devono essere viste come il continuo dispiegamento della verità, in proporzione alla maturità dell’uomo. Le verità eterne di ordine morale e spirituale, che sono state alla base di tutte le religioni (come adorare Dio, amare il prossimo, fare del bene), non hanno avuto esattamente lo stesso significato né la stessa portata attraverso le diverse religioni. Si possono dunque paragonare queste verità eterne al mondo vegetale che si evolve secondo il ciclo della vita: essendo dapprima apparse come semi e poi come gemme, solo ai nostri giorni queste stesse verità possono raggiungere lo stadio della fruttificazione. La Rivelazione di Bahá'u'lláh, la più recente in ordine di tempo, non intende abrogare alcuna delle religioni che l'hanno preceduta, né cerca di modificarne o di ridurre l'importanza dell'eterna verità dei loro insegnamenti; sostiene anzi, che tutte le religioni hanno origini divine, i loro principi basilari sono in perfetta armonia, perseguono le medesime finalità, hanno funzioni complementari. Una tale concezione, che s'accorda interamente con il nuovo orientamento delle scienze moderne, tra le altre la fisica, si scontra tuttavia con le concezioni tradizionali molto rigide e ci invita ad un nuovo approccio nello studio delle religioni. Una evidente contraddizione si presenta alla nostra attenzione.

Mentre da un lato i fatti della storia mostrano chiaramente che la religione rivelata è stata la principale forza trainante ed unificatrice della civiltà umana, di contro, le comunità dei seguaci derivate da quelle stesse religioni sono oggi, semmai più che nel passato, una delle forze più disgregatrici e distruttive del ventunesimo secolo. In realtà, le forme ed i riti hanno soverchiato l’originaria intenzione divina di trasformare spiritualmente gli uomini, tanto che le genti del mondo brancolano nella confusione e sconcerto totali: dunque constatiamo che, se da un lato il sistema materialista ha fallito i suoi obiettivi di dare la felicità, da canto suo la religione tradizionale ha cessato di fornire i rimedi che l’umanità cerca, sempre più angosciata. Invece, secondo il punto di vista baha’ì, la religione non può definirsi affatto come "un insieme di miti, dogmi e riti aventi il sacro per oggetto"; alla religione viene invece attribuita una funzione vivificatrice. La religione è soprattutto una forza che si manifesta in talune strutture ed adempie a certe funzioni vitali nella società (di integrazione e di unificazione, di convalida di norme e di valori, di civilizzazione etc.). Bahá'u'lláh ha così sancito: “La religione è il più grande mezzo per l'instaurazione dell'ordine nel mondo e per un pacifico appagamento di coloro che vi dimorano. L'indebolimento delle colonne della religione ha rafforzato le mani degli ignoranti rendendoli audaci ed arroganti. In verità Io affermo che tutto ciò che ha diminuito l'alto rango della religione ha accresciuto la riottosità dei malvagi, e il risultato altro non può essere che anarchia.” “…Questi principi, queste leggi, questi potenti sistemi così solidamente insediati sono scaturiti da un'unica Sorgente e sono raggi di una sola Luce: la differenza che si riscontra fra loro deve attribuirsi alle diverse esigenze delle età in cui furono promulgati.” Questa forza segue un percorso ciclico, prima ascendente, che si esprime con un grande potere creativo, poi declinante; rigenera l'uomo e la società e allo stesso tempo pone le basi per una nuova civiltà; con l'andar del tempo la sua influenza si affievolisce, perde la capacità di aggregare le società umane, dopo di che diviene impellente la necessità di una nuova Rivelazione.
Ogni Rivelazione Divina include due tipi di insegnamenti, quelli eterni e quelli transitori. Questo principio è fondamentale per comprendere il ruolo sociale della religione. Mentre i primi sono la base comune universale su cui poggia il progresso spirituale dell’individuo e della società, in ogni tempo, i secondi offrono risposte ai bisogni ed alle aspirazioni più attinenti la vita collettiva, le relazioni ordinate tra gli individui, e sono strettamente legati al momento storico, alle condizioni geografiche, culturali dell’epoca. Sono perciò mutevoli ed esprimono le differenze riscontrabili nelle diverse espressioni religiose. Fa notare Bahá'u'lláh : “Il messaggio essenziale della religione è immutabile. Essa è l'immutabile Fede di Dio, eterna nel passato, eterna nell'avvenire”… “Il rimedio necessario al mondo nelle sue attuali afflizioni non potrà mai essere lo stesso che un'epoca futura potrà richiedere». «Interessatevi premurosamente delle necessità dell'epoca in cui vivete e accentrate le vostre deliberazioni sulle sue esigenze e necessità”.
Ciò che emerge da questi passi e da queste considerazioni è il riconoscimento dell'essenziale unità della religione. Se è giusto parlare di unità di tutte le religioni, di una fede comune, è essenziale comprenderne che al livello più profondo, come fa notare Baha'u'lláh, esiste una sola religione. … Le difficoltà sorgono quando i seguaci di una delle fedi del mondo si dimostrano incapaci di distinguerne gli elementi eterni da quelli transitori e tentano di imporre alla società regole comportamentali che hanno ormai ottenuto il proprio intento.
Quando si superasse questo atteggiamento esclusivista e sarà riconosciuto il principio della progressività della rivelazione, allora potranno superarsi i principali ostacoli che impediscono ai credenti delle diverse fedi e tradizioni religiose di guardarsi non solo con rispetto, ma come “veri fratelli” sul sentiero di Dio.

Fonte: http://www.siciliainformazioni.com/giornale/societa/142769/bahaullah-fede-comune-lumanit-siamo-tutti-foglie-dello-stesso-albero.htm#.T3yNpNyUB98.twitter

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